RECENSIONE DEL LIBRO MORBIDE IMPRONTE 
- di Anna Chiara Venturini - 

" E così la bambina si sciacquò,
stappò la vasca e si rivestì, spalancò la finestra per dare aria, pulì con lo straccio fin dove l'onda tempestosa era arrivata, disse arrivederci ai suoi pirati, rimandando ad altra data la scoperta dell'isola che non c'era ancora e andò a cena".


TRAMA 

Marta, rimasta sola, nel corso di un sopralluogo nel sotterraneo di una scuola che il preside vuol trasformare in archivio comincia a osservare gli scaffali dove sono appoggiati di traverso faldoni pieni di vecchi documenti e pile di quotidiani ormai sbiaditi.
 Si accorge, nel frattempo, che dietro una scatola di cartone spunta un volumetto bianco con la copertina bordeaux: si tratta di un numero della selezione del Reader’s Digest, la stessa collana a cui anche suo padre era abbonato negli anni Sessanta. 
In famiglia erano in sette, cinque figli in dieci anni, papà Nanni medico e mamma Lilia casalinga. Oltre ai panini con la marmellata, i libri di favole, il Corriere dei PiccoliDiabolik e Topolino, c’erano anche i numeri di questa pubblicazione. 
Apre il volumetto e ne legge il sommario, tra i racconti uno in particolare attira la sua attenzione “Che noia un medico in famiglia!”Così si siede sui gradini del seminterrato, sotto il neon, e comincia a leggere l’articolo sul medico e sulla sua famiglia.
 E quello che legge fa pattinare indietro i suoi ricordi: la scuola, le maestre, le penne bic, gli erbari e le ricerche fatte sfogliando l’enciclopedia Conoscere, le marmellate della tata Rosella che raccontava le avventure di Pirinpinpin mentre stirava, i pigiami riscaldati nelle sere d’inverno sulla stufa a kerosene, le gite al mare e le conchiglie, le estati in montagna, la prima comunione con il vestito da sposa, la macchina da scrivere a cui affidare il suo futuro di scrittrice, le straordinarie frittelle della mamma…
Una storia deliziosa, un inno alla famiglia e ai ricordi che come morbide impronte tracciano un sentiero fatto di immagini, luoghi ed emozioni.


RECENSIONE

Buongiorno a tutti cari lettori come state???? spero bene.
Inizierei ringraziando Anna Chiara Venturini e la casa editrice Giovane Holden edizioni per la copia cartacea di questo romanzo.
Che dire cari lettori è un libro davvero stupendo, ben scritto e ben strutturato.
Il romanzo si apre con Marta (la protagonista del nostro libro) che sta facendo un sopralluogo nel sotterraneo di una scuola che il preside vorrebbe adibire ad archivio.
Durante il sopralluogo trovo un volumetto su uno scaffale di una collana intitolata Reader's Digest.
Il padre di Marta era abbonato a questa rivista negli anni Sessanta.
Da qui in poi la mente di Marta comincia a cavalcare un mare di dolci ricordi e di "morbide impronte" della sua infanzia.
Nella famiglia di Marta c'erano 7 persone: papà Nanni (medico), mamma Lilia (casalinga),Edoardo (il più grande), per tutti Edo super scalmanato.
Il secondo si chiamava Matteo (un artista nell'anima con un carattere ombroso e ribelle) che il tempo avrebbe addolcito.
La terza era Marta bimba con uno stile da maschietto; la quarta era Gemma (bimba con la passione per la raccolta dei fiori).
Il quinto si chiamava Vittorio (detto Vitto) ancora molto piccolo.
Ho davvero amato questo romanzo, sia perché Marta raccontando questi ricordi parla anche dell'Italia degli anni Sessanta; parla del Carosello, di Carmencita, del programma Rai del maestro Alberto Manzi intitolato "Non è mai troppo tardi" programma rivolto all'enorme massa di pubblico, ancora analfabeta.
Mi ha fatto davvero molto molto piacere leggere questo romanzo ma soprattutto potermi confrontare con i miei genitori (dato che ho solo 22 anni) a proposito di questi programmi televisivi ma soprattutto sul modo in cui si viveva in quegli anni.
Per me stato quindi anche un modo per imparare cose nuove sugli anni Sessanta; penso sia un libro piacevolissimo da leggere che riesce a farti viaggiare insieme a Marta, che ti insegna molte cose, e che insegna valori che ormai (purtroppo) stanno scomparendo.
L'unione familiare, l'amore e i valori (ovviamente questo è un mio pensiero).
Mi è piaciuto leggere le avventure di Marta a scuola (i brutti voti, i dettati difficilissimi, l'inchiostro ricevuto in dono che l'ha resa protagonista della preparazione delle cartoline di auguri natalizi); oppure le sue avventure in montagna (le sue ricerche, i giochi con i fratelli, la zona proibita che la faceva sentire in pace col mondo e i suoi viaggi in paese dove ha conosciuto persone fantastiche e dove ha imparato a fare un liquore, dove papà Nanni arriva il fine settimana).
All'interno del romanzo ho trovato un passaggio che mi ha colpita (ovviamente in senso positivo) era a proposito del ritorno di Nanni nella casa in montagna (rito compiuto ogni settimana).
Che dice:"  E poi arriva la magia di quell'attimo  che per Marta aveva qualcosa di unico, di dolce e di solenne: l'abbraccio di papà alla mamma.
Quell'abbraccio aveva, per i suoi occhi di bambina, la magia del filo d'argento che la mamma lavorava nella sua maglia a uncinetto, prendendo il sole in balcone quei giorni, riga per riga".
Ho amato il modo in cui è stato pensato il finale penso sia davvero geniale!!!!!
Ovviamente non voglio svelarvi altro ma voglio solo dirvi comprate assolutamente questo romanzo non ve ne pentirete!!!
                                                              VOTO: 9,5


Commenti


  1. Ringrazio chi ha scritto questa recensione al mio romanzo, cui ha sorriso un recente e felice destino editoriale con la Giovane Holden Edizioni. Grazie anche per aver dedicato tempo alla Lettura di un romanzo, che trovo sia sempre tempo molto ben speso. Se poi, da questa lettura ne ha tratto piacere, condivisione e apprezzamento, direi che mi posso ritenere molto soddisfatta. Il vero augurio per uno scrittore è di non annoiare il lettore. Scrivere questo romanzo è stato divertente, lasciarlo decantare per un anno una scelta giusta, pubblicarlo un desiderio realizzato, ma ricevere complimenti anche da persone inaspettate e leggere recensioni come la Sua mi dà grande soddisfazione e gioia. A maggior ragione, sapendo che Lei ha solo 22 anni e che il filo bianco della vita, di cui ho scritto in "Morbide impronte", lo ha ancora tutto davanti a sé. Felice cammino.

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