NOVITÀ CASA EDITRICE LATERZA


Mario Mirri
La guerra di Mario




Collana
i Robinson / Letture
Prezzo
15,00
ISBN
9788858132524
Pagine
144
Marietto è uno dei protagonisti de I piccoli maestri di Luigi Meneghello, uno dei romanzi fondamentali sulla
nostra Resistenza. Ma Marietto è anche Mario Mirri, uno degli storici più importanti del nostro paese.
Questa è la sua storia.
L'opera
«Com’era la vita quando eri giovane?». Questa è la domanda che un ragazzo pone a Mario Mirri, uno dei
più influenti storici italiani ormai più che novantenne. È questa frase che fa tornare in vita, quasi
magicamente, un mondo che abbiamo perduto, dove la civiltà contadina era ancora centrale, i figli tanti e i
beni scarsi. A partire dagli elementi della quotidianità – i giochi, i libri, la scuola, il cibo – i ricordi si
mescolano alle informazioni dello storico riuscendo a dare un senso più ampio alle esperienze di un singolo
e a riportarle nel flusso della grande storia. Il piccolo Balilla si trova così a fare i conti con la scoperta che il
padre ascolta di nascosto Radio Londra o con l’improvvisa sparizione del compagno di classe ebreo. Ma è
la guerra a dare, a una educazione politica ancora incerta, una svolta. La ‘pugnalata alle spalle’ del regime
fascista alla Francia spinge i ‘piccoli maestri’ (Mirri, Meneghello e altri compagni) ad aderire
clandestinamente a Giustizia e Libertà e poi alla Resistenza armata al nazifascismo. Questa esperienza,
con le sofferenze, le torture subite, la perdita degli amici ma anche il contatto con ‘il mondo degli uomini’,
rimarrà centrale per la formazione di un’intera generazione, tanto da segnare un punto di non ritorno anche
nella vita civile.
Il brano
«“Perché non sei andato a scuola?”; e io, un po’ imbarazzato, risposi: “Abbiamo fatto una manifestazione”;
“Che manifestazione?”; “Chiedevano – non dissi ‘Chiedevamo’ – l’entrata in guerra”. Ora divenne ancora
più serio e, alzando un po’ la voce, mi disse: “Sono stati sempre gli studenti che ci hanno mandato a morire
in guerra!”; e riprese a lavorare con rabbia.»
«Come disse una volta Enrico Melen, fare il partigiano voleva dire: “Salire in montagna, dormire
all’addiaccio, mangiare poco e male, per girare fra i monti con uno sten appeso alla spalla in attesa che
arrivassero i tedeschi a spararti addosso”.»
«Le persone più interessanti che ho incontrato da partigiano sono state diverse famiglie di contadini: un
mondo, questo, che difficilmente avrei potuto conoscere così da vicino se fossi rimasto, come ero stato fino
allora, ragazzo di famiglia medio-borghese e studente di liceo, e poi universitario. A Torreselle, abbastanza
vicino al bosco dove eravamo accampati, c’era una grossa famiglia di contadini, che coltivava quei terreni
collinari, ricavandone, come ci parve di capire, il sufficiente per vivere, sebbene poco più che sufficiente; il
comandante territoriale da cui noi dipendevamo forniva a quella famiglia, regolarmente, della pasta, che
essi cucinavano e che una figlia-ragazzina veniva a portarci nel bosco, ben condita, in una grande
zuppiera: era il nostro lusso domenicale, dopo le scatole di sardine e il pan biscotto degli altri giorni della
settimana.»
Mario Mirri è stato professore di Storia moderna all’Università di Pisa e ha fondato la rivista “Società e
Storia”. Tra le sue pubblicazioni, Agricoltura e capitalismo nell’Italia moderna (1978) e Proprietari e

contadini toscani nelle riforme leopoldine (1980).




Lynn Hunt
La forza dell'empatia
Una storia dei diritti dell'uomo


Collana
i Robinson / Letture
Prezzo
18,00
ISBN
9788858132890
Pagine
246
Il meraviglioso racconto di un’idea formidabile. Amartya Sen
Incalzante e provocatorio. Le dichiarazioni, scrive l’autrice, non sono parole vuote: producono cambiamenti;
fanno venire voglia di diventare le persone che affermiamo di essere quando le facciamo nostre. “The New
Yorker”
Straordinario. “The New York Times Book Review”
Ricco, elegante e persuasivo. In questo libro e in tutta la sua carriera Lynn Hunt ha dimostrato che si può
imparare molto tracciando collegamenti tra gli eventi che hanno plasmato la politica moderna e gli sviluppi
letterari che hanno dato forma alle sensibilità del tempo. “London Review of Books”
L'opera
«I diritti umani sono difficili da definire, perché la loro definizione, e addirittura la loro esistenza, dipendono
tanto dalle emozioni quanto dalla ragione. La rivendicazione dell’ovvietà si fonda, in ultima istanza, su un
richiamo emotivo: è convincente se fa risuonare qualcosa in ogni persona. Abbiamo la piena certezza che
un diritto umano sia in discussione quando la sua violazione ci fa inorridire».
Ma come nacquero i diritti umani e in che modo la loro storia tumultuosa ne influenza la comprensione e la
nostra capacità di salvaguardarli oggi? Con questo straordinario resoconto culturale e intellettuale, che fa
risalire le radici dei diritti umani al rifiuto settecentesco della tortura quale strumento di ricerca della verità,
Lynn Hunt ricostruisce la loro genesi, dimostra come le idee di relazioni umane descritte nei romanzi e
raffigurate nelle opere d’arte abbiano contribuito a diffondere i nuovi ideali e richiama l’attenzione su come i
diritti umani continuino ad avere vita difficile.
Lynn Hunt vive a Los Angeles ed è titolare della cattedra Eugen Weber di Storia europea moderna presso
l’Università della California. È autrice di numerose opere sulla Rivoluzione francese tra cui, in italiano, La
rivoluzione francese. Politica, cultura, classi sociali (Il Mulino 2007).


Franco Arminio
Vento forte tra Lacedonia e
Candela
Esercizi di paesologia


Collana
i Robinson / Letture
Prezzo
14,00
ISBN
9788858132630
Pagine
202
Arminio si muove tra i paesi della resa, dove la vita quotidiana passa in un’inerzia acida, dove una volta
«ogni persona stava nel suo paese come un pesce dentro il lago» e ora «le persone pare che stiano dentro
un secchio rotto».
Un libro importante, rivelatore, doloroso. Goffredo Fofi
L'opera
Uno arriva e ferma la macchina in piazza. Guarda qualcuno vicino al bar o sulle panchine. Guarda una
vecchia che va a fare la spesa, un cane disteso al sole, guarda le porte chiuse, guarda la propria macchina
e capisce che lo strumento per la fuga è a portata di mano. Basta digerire una mezz'oretta di curve e
si torna al mondo gremito, il mondo che si muove. Nel paese restano i malati. Può essere depressione, può
essere disagio, può essere la smania velleitaria di chi sente di partire dal nulla e di non poter arrivare da
nessuna parte, può essere chissà cosa, il risultato è sempre un individuo prostrato dallo sfinimento del
luogo in cui abita.
Una lezione di paesologia in cui Franco Arminio dà un nome al male che affligge i nostri paesi, ne descrive
i sintomi, ne scova le cause. Con una scrittura perfetta, sempre in bilico tra poesia e cruda realtà.
Franco Arminio è nato e vive a Bisaccia, nell’Irpinia d’Oriente. Ha pubblicato una ventina di libri, tra cui
Terracarne (Mondadori), Cartoline dai morti (Nottetempo), Geografia commossa dell’Italia interna (Bruno
Mondadori) e Cedi la strada agli alberi (Chiarelettere). Si occupa anche di documentari e fotografia. Come
paesologo scrive da anni sui giornali e in Rete a difesa dei piccoli paesi. Attualmente è il referente tecnico
del Progetto Pilota della Montagna Materana nell’ambito della Strategia Nazionale per le Aree Interne. Ha
ideato e porta avanti La casa della paesologia a Trevico e il festival “La luna e i calanchi” ad Aliano. Nel
catalogo Laterza anche Nevica e ho le prove. Cronache dal paese della cicuta (2009).



Marcello Fois
In Sardegna non c'è il mare
Viaggio nello specifico
barbaricino
Collana
i Robinson / Letture
Prezzo
14,00


ISBN
9788858132647
Pagine
136


Leggi In Sardegna non c’è il mare e una buona parte delle tue idee preconfezionate salta per aria.
Sardegna come continente: questa la chiave del viaggio ironico, denso, onesto sino all’autoflagellazione
che il sardo Fois dedica alla sua terra. Gianfranco De Cataldo
L'opera
«Premetto che sono un sardo di Barbagia. Il che sembrerà capzioso, e, di fatto, lo è: capziosità e una certa
cavillosità sono caratteristiche salienti del sardo di Barbagia. A noi le i senza puntino non ci piacciono
proprio, anzi quando è possibile di puntini ne mettiamo due o tre, e aperta parentesi, e eccetera eccetera, e
così via. Questo perché, se il barbaricino non ha esattamente chiaro quello che è, ha invece perfettamente
stampato a fuoco dentro di sé quello che non è. Per esempio: il sardo barbaricino capisce di essere sardo,
cioè di far parte di un territorio definito, solo quando ha varcato il mare. Finché non c’è mare, non c’è
Sardegna che tenga. Mi spingerei fino a dire che finché non c’è il mare non c’è nemmeno Barbagia che
tenga.»
Con penna tenera e crudele Marcello Fois si racconta e racconta la sua Sardegna, i profumi, la luce, il
pregiudizio della ‘sarditudine’, la Barbagia – una Sardegna, una delle tante.
Marcello Fois (Nuoro 1960) vive e lavora a Bologna. Tra i tanti suoi libri ricordiamo: Picta (premio Calvino
1992); Ferro Recente; Nulla; Dura madre; Piccole storie nere; Memoria del vuoto (premio Super Grinzane
Cavour, Volponi e Alassio 2007); Stirpe (premio Città di Vigevano e premio Frontino Montefeltro 2010); Nel
tempo di mezzo (finalista al premio Campiello e al premio Strega 2012); L’importanza dei luoghi comuni
(2013); Luce perfetta (premio Asti d’Appello 2016); Manuale di lettura creativa (2016); Quasi Grazia (2016);
Del dirsi addio (2017).



Francesco Longo
Il mare di pietra
Eolie o i 7 luoghi dello spirito
Collana
i Robinson / Letture
Prezzo
14,00
ISBN
9788858132654
Pagine
134



Se mai decideste di visitare le Eolie, percorretele tutto il giorno a piedi da un’estremità all’altra. Passate una
notte all’aperto. E soprattutto cambiate isola di continuo. Perché le Eolie sono sette e per sentire il loro
racconto completo bisogna visitarle tutte e tornare anche dove si è già stati.
L'opera
Sbaglia chi crede che le Eolie siano luoghi per il turista. Lasciate a casa maschera e boccaglio. Lasciate a
casa teli da mare e frisbee e le collane di turchesi; dimenticate le camicie di lino, il desiderio di rilassarsi e
la voglia di svago. Lasciate a casa i libri che avete comprato durante l’anno e tutti quelli che vi hanno
regalato e non avete avuto tempo di leggere. Portate al massimo Moby Dick, e se avete ancora spazio
nella valigia, mettete una Bibbia che avete in casa, o le tragedie di Shakespeare. Se amate farvi delle
nuotate al tramonto e adorate stendervi sulla sabbia cocente, partite per le Seychelles. Prenotate una
stanza alle Eolie soltanto se da bambini avete provato vertigine stringendo in mano un dinosauro e se
avete sentito un terrore misto a piacere nel perdervi in un bosco. Sappiate poi che il mare può insegnare
moltissime cose di vitale importanza e che una volta imparate non c’è modo di dimenticarle. Insegna
l’attaccamento alla vita e a guardare lontano.
Francesco Longo (Roma, 1978), giornalista, ha pubblicato il romanzo 2005 dopo Cristo (con la Babette
Factory, Einaudi 2005), il racconto Le ombre del promontorio nell’antologia I persecutori (Transeuropa
2007) e la monografia Paul de Man (Aracne 2008). Collabora con “la Lettura” del “Corriere della Sera”, con
le pagine culturali del quotidiano “Europa” e scrive su “Nuovi Argomenti”. Nel catalogo Laterza anche Vita
di Isaia Carter, avatar (con Cristiano de Majo, 2008).


Beppe Sebaste
Panchine
Come uscire dal mondo senza
uscirne
Collana
i Robinson / Letture
Prezzo
14,00
ISBN
9788858132661
Pagine
184




Le panchine sono luoghi di sospensione che fanno perdere tempo, che è oggi l’unico modo per
guadagnarlo. Seduti lì si diventa di colpo un elemento del paesaggio, si è chiunque e nessuno. Infine, c’è il
loro scopo fondamentale: attesa di qualcuno o di qualcosa, sospensione temporale che però è anche uno
stare nel tempo. Marco Belpoliti, “Tuttolibri”
L'opera
«La panchina è un luogo di sosta, un’utopia realizzata. È vacanza a portata di mano. Sulle panchine si
contempla lo spettacolo del mondo, si guarda senza essere visti e ci si dà il tempo di perdere il tempo,
come leggere un romanzo.»
Le panchine, simboli della soglia, sottili frontiere tra dentro e fuori, «oggi in via di estinzione, come se la loro
gratuità (la loro grazia), nel nuovo orizzonte del welfare fosse assolutamente da bandire». E un autore che,
seduto sul ciglio del mondo, si allena a lasciare libera la mente di vagare, divagare. Passeggiare da fermo.
Beppe Sebaste ha esordito poco più che ventenne nella narrativa con L’ultimo buco nell’acqua (Aelia Laelia
1983, scritto con Giorgio Messori). È autore di numerosi libri di racconti e dei romanzi Tolbiac (Baldini
Castoldi Dalai 2002) e H.P. L’ultimo autista di Lady Diana (Einaudi 2007). Tra i suoi saggi ricordiamo Porte
senza porta. Incontri con maestri contemporanei (Feltrinelli 1997) e Il libro dei maestri. Porte senza porta
rewind (Luca Sossella editore 2010). Per i nostri tipi ha tradotto e curato l’edizione di Il pesce-scorpione di
Nicolas Bouvier (2006) e ha scritto il racconto Roma. Sulle barricate di Tor Fiscale in Periferie (a cura di S.
Scateni, 2006) e il volume Oggetti smarriti e altre apparizioni (2009).


Daniele Zito
Catania non guarda il mare
Collana
Contromano
Prezzo
13,00
ISBN
9788858132531
Pagine
152






È inutile illudersi di abitare Catania, solitamente avviene l’esatto contrario: è Catania che abita noi per
propagarsi senza sosta, sbeffeggiando mari, oceani, posti di blocco, frontiere, barricate. Per continuare,
malgrado tutto, a resistere, a proseguire, a durare.
L'opera
Catania vista dall’alto è meravigliosa. Quando ci si ritorna planando in aereo dopo un lungo viaggio, o dopo
aver vissuto tanti anni lontano, bastano pochi minuti per sentire qualcosa che non è nemmeno nostalgia,
ma un amore di quelli in cui abbiamo creduto da ragazzi: una passione inaggirabile a cui, ancora una volta,
non possiamo pensare di resistere.
Daniele Zito, come uno di quegli scrivani che si sedevano ai lati della strada per ascoltare le storie, ci lascia
il resoconto di questa piccola epica romantica e senza scampo di una città schiacciata dalla bellezza
inquieta del mare che già è Africa da un lato e dell’Etna dall’altro, una città che poteva essere mille cose, la
Milano del Sud, la Seattle italiana, e invece ogni volta ha subìto un destino interrotto. Ma al tempo stesso
Catania non guarda il mare è la ricognizione di quello che è rimasto, la nobiltà di un tempo, la miseria
splendida: nonostante l’ignavia dei catanesi, nonostante i disastri dell’amministrazione, nonostante sia stata
conquistata e depredata per secoli da arabi, normanni, francesi, piemontesi, politici banditeschi, mafiosi di
quart’ordine, venditori di illusioni a buon mercato.
E quello che è rimasto è un'enorme giostra: le sue chiese barocche in rovina, le sue statue
borboniche decapitate, i quartieri tecnologici che oggi sono diventati lande piene di polvere gialla, i racconti
mitici del grande concerto dei Rem negli anni Ottanta.
Così a guidarci non c’è una bussola ma solo i nostri sensi: l’odore del mercato del pesce, le luci frastornanti
della festa di Sant’Agata, lo sciabordio del mare, il rollio infinito del ventre del vulcano, e quello strano
borbottio che sentiamo ogni volta nello stomaco quando siamo troppo vicini a qualcosa che ci fa
innamorare.
Daniele Zito ha trentotto anni, è nato a Siracusa, vive e lavora a Catania. Ha esordito nel 2013 con La
solitudine di un riporto (Hacca) e nel 2017 ha pubblicato il suo secondo romanzo, Robledo (Fazi).



Giacomo Scarpelli
Il viaggio di Darwin
ill. di Maurizio A.C. Quarello
Collana
Celacanto
Prezzo
14,00
ISBN
9788858127728
Pagine
64





Dalla foresta tropicale brasiliana alla pampa argentina, dalle remote isole Galapagos alla Nuova Zelanda,
dall’Australia all’Oceano Indiano.
Questo è il racconto della più grande avventura della storia della scienza: il viaggio di Charles Darwin
intorno al mondo che porterà il giovane scienziato a concepire un’idea rivoluzionaria.
L'opera
«La mattina di Natale del 1831 ero appollaiato su un grande rotolo di cime umide, sul ponte del Beagle, un
brigantino con tre alberi su cui erano issate vele bianchissime. Mi chiamo Symms Covington, a quel tempo
avevo 15 anni ed ero stato ingaggiato come mozzo. A breve saremmo salpati verso il mare aperto. Non
stavo nella pelle dall’eccitazione.
Corsi incontro al mio passeggero. Era un giovane gentiluomo alto, con il viso tondo e paffuto e i capelli
biondi. Mi tese la mano sorridendo: “Charles Darwin, piacere di conoscerti. Sono un naturalista”.»
Inizia così il famoso viaggio che Charles Darwin compirà intorno al mondo, affiancato dal giovane Symms,
suo amico e assistente. Una lunga avventura durante la quale incontrerà nuove specie di animali, verranno
esplorati luoghi remoti, ma soprattutto nasceranno nuove idee: è qui che Charles Darwin concepirà la legge
della selezione naturale.
Giacomo Scarpelli, storico della filosofia e della scienza, è anche sceneggiatore cinematografico (Il Postino,
N. Io e Napoleone, Concorrenza sleale e il cartone animato Opopomoz). Con il romanzo Estella e Jim nella
meravigliosa Isola del Tesoro (Gallucci 2012), scritto insieme al padre Furio, ha vinto il Premio Cento
Letteratura per Ragazzi. In questa stessa collana ha pubblicato, con Valeria Conti, Lisette e la scoperta dei
dinosauri (2015). L’illustratoreMaurizio A.C. Quarello ha al suo attivo oltre trenta titoli, pubblicati in Italia e
all’estero e molti dei quali premiati.


Giulia Guazzaloca
Primo: non maltrattare
Storia della protezione degli
animali in Italia
Collana
Storia e SocietÃ
Prezzo
20,00
ISBN
9788858132616
Pagine
256






Rispettati, coccolati e umanizzati, oggi gli animali sono parte integrante della nostra vita quotidiana e
affettiva. Ma quando si è cominciato a pensare a come trattiamo gli animali? Chi sono stati gli uomini e le
donne che in Italia si sono occupati della loro tutela?
Una ricostruzione originale del percorso, accidentato e tortuoso, che ha rivoluzionato il nostro modo di
pensare e di relazionarci con il mondo animale.
L'opera
La prima società protettrice degli animali fu fondata a Torino nel 1871 grazie all’interessamento di
Giuseppe Garibaldi che, sebbene cacciatore, era convinto che le brutalità sugli animali domestici fossero
un oltraggio al pubblico decoro e un segno di rozzezza d’animo. Sul modello di quella torinese, associazioni
zoofile nacquero in tutte le principali città, tanto che nel 1913 fu emanata una prima legge che
regolamentava l’impiego degli animali nelle attività umane.
Mussolini, poi, si impossessò della causa della tutela animale per metterla al servizio degli obiettivi più
generali del regime e celebrare la ‘modernità’ fascista. Nel 1938 istituì l’Ente nazionale fascista per la
protezione animale, che è sopravvissuto alla caduta del regime e, pur modificato, è giunto fino ai giorni
nostri.
Dopo gli anni del grande boom economico, la vera svolta avviene tra gli anni Settanta e Ottanta. Fu allora
che si coniò il termine ‘animalismo’ per identificare un nuovo modo di intendere il rapporto con le altre
specie. Nacquero moltissime nuove leghe animaliste e antivivisezioniste, cambiarono radicalmente le
modalità di propaganda e sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Da allora in poi il mondo dell’animalismo
italiano si è sviluppato in una straordinaria varietà di associazioni, interessi, tipologie di attivismo e legami
con altri movimenti politici e sociali.
Oggi gli animali sono una presenza fondamentale nelle nostre vite e nelle nostre società. Quelli da
compagnia restano però un’eccezione rispetto ai milioni di animali sfruttati quotidianamente per i più diversi
scopi umani.
Giulia Guazzaloca è professoressa associata di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Scienze
politiche e sociali dell’Università di Bologna. Fa parte della redazione della rivista quadrimestrale “Ricerche
di Storia Politica”. Tra le sue pubblicazioni: Fine secolo. Gli intellettuali italiani e inglesi e la crisi tra Otto e
Novecento (Il Mulino 2004); Sovrani a metà. Monarchia e legittimazione in Europa tra Otto e Novecento (a
cura di, Rubbettino 2009); Una e divisibile. La RAI e i partiti negli anni del monopolio pubblico 1954-1975
(Le Monnier 2011); Storia della Gran Bretagna 1832-2014 (Le Monnier 2015).




Francesco Antinucci
Il potere della cucina
Storie di cuochi, re e cardinali
Collana
Economica Laterza
Prezzo
10,00
ISBN
9788858132821
Pagine
160






Chi l’ha detto che in cucina si elaborano solo ricette?
Nelle storie raccontate in questo libro la cucina è al centro di un gioco di cultura e di potere.
Maestro Martino, Bartolomeo Scappi, François Vatel: tre cuochi – dell’Umanesimo, del Rinascimento e del
Barocco – capaci di fare la storia del loro tempo, e non solo per la squisita sapienza delle loro
preparazioni...
L'opera
Maestro Martino è cuoco al servizio del cardinale e condottiero Ludovico Trevisan. Vive in prima persona la
grande rivoluzione culturale dell’Umanesimo e, involontariamente, ne diventa uno dei protagonisti. Il suo
libro di ricette diventa la base della rivalutazione del buon cibo e della buona cucina, dopo secoli di
condanna al girone della golosità.
Bartolomeo Scappi è il secondo maestro. Cuoco di tre cardinali e di due papi, dovrà vedersela col furore
ascetico e controriformatore del suo ultimo datore di lavoro, il papa santo Pio V, che abolirà il carnevale e
introdurrà a Roma leggi feroci contro le prostitute, gli adulteri e il lusso. All’apice della carriera dovrà
rinunciare a cucinare dato che il suo padrone è un austero digiunatore, ma avrà così il tempo di scrivere il
più importante libro di cucina della sua epoca.
François Vatel è il terzo celebre cuoco, nonché l’interprete – tragico – della nouvelle cuisine di Luigi XIV.
Per Luigi II di Borbone, l’Alessandro Magno di Francia, vincitore a 22 anni delle invincibili armate spagnole,
organizza un grande ricevimento al castello di Chantilly – ospite d’eccezione Luigi XIV – di cui però non
vedrà la fine. Muore suicida, apparentemente per un’assurda mancanza di... pesce.
Percorrendo le vite di questi tre celebri cuochi attraverso Umanesimo, Rinascimento e Barocco, scopriamo
la cucina, il gusto, le ricette del tempo, ma anche i raffinati giochi di potere che presero vita, come accade
ancora oggi, sulle tavole di allora.
Francesco Antinucci, già Direttore di ricerca all’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR,
ha svolto parte della sua attività di ricerca negli Stati Uniti, al Dipartimento di Psicologia dell’Università di
California a Berkeley, alla School of Information Studies della stessa università e al Palo Alto Research
Center (PARC) della Xerox. Per i nostri tipi è autore di: Computer per un figlio. Giocare, apprendere, creare
(1999); La scuola si è rotta. Perché cambiano i modi di apprendere (2001); Musei virtuali (2007);
L’algoritmo al potere. Vita quotidiana ai tempi di Google (2009); Parola e immagine. Storia di due
tecnologie (2011); Cosa pensano gli americani (e perché sono così diversi da noi) (2012); Comunicare nel
museo (nuova edizione, 2014); Spezie. Una storia di scoperte, avidità e lusso (2014).



Alberto Mario Banti
Eros e virtù
Aristocratiche e borghesi da
Watteau a Manet
Collana
Economica Laterza
Prezzo
11,00
ISBN
9788858132838
Pagine
160



Scorre la vita amorosa, erotica, coniugale tra Settecento e fine Ottocento nell’affascinante excursus dal
titolo intrigante di Eros e virtù. Nel Settecento le donne delle famiglie aristocratiche e delle corti godevano di
una libertà sessuale che le loro nipoti ottocentesche nemmeno si sognavano. Conclusione dell’autore: la
disuguaglianza di genere non è – ancora oggi – il lontano residuo di tempi antichi bensì un elemento
essenziale delle concezioni che fondano l’Occidente. Da qui la difficoltà di rimediarvi. Corrado Augias, “Il
Venerdì di Repubblica”
Manichino sociale o merce nuda, la donna è un ingranaggio minore e fondamentale di un sistema di potere.
È per questo che Colazione sull’erba di Manet scandalizza. Perché il realismo del nudo femminile e
l’apparente mancanza di una logica narrativa funzionale creano quell’elemento perturbante che svela la
realtà: la società borghese ottocentesca è stata costruita non solo contro l’Ancien Régime ma anche contro
la donna, con conseguenze vive e attive ancora nel nostro tempo. “Il Giornale dell’Arte.com”
L'opera
Interi mondi simbolici si aprono dentro lo spazio di una rappresentazione visiva. Banti ci mette davanti a
quadri anche assai noti, come quelli di Manet, di Sargent, di Millais, di Velázquez, e ce li fa guardare per la
prima volta, svelandoci, da storico, il modo in cui le élites sociali e culturali concepiscono i rapporti di
genere, l’amore, la sessualità.
Alberto Mario Banti è professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di Pisa, dove insegna
anche Storia culturale. Tra le sue pubblicazioni più rilevanti, La nazione del Risorgimento (Torino 2000) e
L’onore della nazione (Torino 2005). Per Laterza, tra l’altro: Il Risorgimento italiano (2004); L’età
contemporanea. Dalle rivoluzioni settecentesche all’imperialismo (2009); L’età contemporanea. Dalla
Grande Guerra a oggi (2009); Le questioni dell’età contemporanea (2010); Nel nome dell’Italia. Il
Risorgimento nelle testimonianze, nei documenti e nelle immagini (a cura di, 2010); Sublime madre nostra.
La nazione italiana dal Risorgimento al fascismo (2011); Atlante culturale del Risorgimento (a cura di, con
A. Chiavistelli, L. Mannori e M. Meriggi, 2011); Wonderland. La cultura di massa da Walt Disney ai Pink
Floyd (2017).



Remo Bodei - Giulio Giorello -
Michela Marzano - Salvatore Veca
Le virtù cardinali
Prudenza, Temperanza, Fortezza,
Giustizia
Collana
Economica Laterza
Prezzo
9,00
ISBN
9788858132845
Pagine
82



Alla luce delle grandi questioni del mondo contemporaneo, la riflessione di quattro protagonisti della
filosofia italiana sulle virtù poste da sempre a fondamento dell’etica.
L'opera
Viviamo il tempo dell’incertezza, dell’intolleranza, della paura, dell’ingiustizia.
Tornare ai classici e riflettere sulla natura delle virtù cardinali – prudenza, temperanza, fortezza e giustizia –
da sempre al centro della riflessione filosofica oltre che teologica, può orientare il nostro agire sia personale
che collettivo. Da Aristotele a Machiavelli, da Locke a Hobbes, da Freud ad Arendt, fino a Rawls,
scopriamo come la prudenza, la virtù deliberativa per eccellenza, sia l’unica capace di discernere il bene
dal male e orientare le nostre decisioni; come la temperanza consenta agli uomini e alle donne di vivere in
una società in cui nessuno impone la propria regola contro le altre; come il coraggio sia conoscenza dei
propri limiti e condizione per vincere la paura; e infine come la giustizia faccia sì che i diritti non restino
inchiodati entro i confini di comunità politiche chiuse.
Remo Bodei è professore emerito di Filosofia all’Università di Pisa, dopo aver insegnato alla Scuola
Normale Superiore e alla University of California, Los Angeles. Per Laterza è autore, tra l’altro, di La vita
delle cose (2009) e Generazioni. Età della vita, età delle cose (2014).
Giulio Giorello insegna Filosofia della scienza all’Università di Milano. Per Laterza è autore, tra l’altro, di
L’etica del ribelle. Intervista su scienza e rivoluzione (a cura di P. Donghi, 2017).
Michela Marzano insegna Filosofia morale e politica alla Université Paris Descartes. Per Laterza è autrice
di Il diritto di essere io (2014).
Salvatore Veca insegna Filosofia politica alla Scuola Universitaria Superiore IUSS di Pavia. Per Laterza è
autore, tra l’altro, di “Non c’è alternativa”. Falso! (2014).



Tiziano Fratus
Il libro delle foreste scolpite
In viaggio tra gli alberi a duemila
metri
Collana
Economica Laterza
Prezzo
10,00
ISBN
9788858132852
Pagine
204



Gli italiani non amano gli alberi» scrive la Yourcenar. Invece qualcuno li ama moltissimo e passo dopo
passo percorre boschi e foreste misurandoli, fotografandoli, cercando di valorizzarli. È Tiziano Fratus che
con questo libro prosegue la sua amorosa ricerca. Dai giganti del Pollino alle foreste della Valle d’Aosta,
dai boschi dello Stelvio all’olivastro di Luras. Un percorso da compiere in silenzio, con stupore e
ammirazione e con animo disposto alla contemplazione e al rispetto, perché si ha l’impressione di
passeggiare in un Eden. Carlo Grande, “La Stampa”
L'opera
Il libro delle foreste scolpite è un viaggio nel tempo alla scoperta di sé scandagliando quei luoghi dove le
conifere resistono alle avversità d’un ambiente estremo e d’una terra rocciosa, là dove il resto dei viventi ha
smesso di sopravvivere. Lariceti, pinete e cembrete dispersi fra quota 1900 e 2200 lungo l’arco alpino, ma
anche le cortecce contorte e scolpite dei pini loricati che abitano le creste del Massiccio del Pollino, fra
Calabria e Basilicata. E, infine, i pini longevi o Bristlecone Pines sulle Montagne Bianche in California, fra
quota 3000 e 3900 metri, gli esemplari più antichi del pianeta (oltre 5000 anni).
Un viaggio in paesaggi lunari dove la vita cerca a suo modo la strada per l’eternità. Luoghi dove l’anima si
riveste di radici, di sogni, d’immaginazione.
Tiziano Fratus, attraversando le foreste di conifera della California e delle Alpi, ha perfezionato il concetto
di Homo Radix, la pratica dell’Alberografia e la disciplina della Dendrosofia. In vent’anni di lavoro ha
pubblicato molti libri, fra i quali il romanzo Ogni albero è un poeta per Mondadori, Manuale del perfetto
cercatore d’alberi per Feltrinelli, Il sussurro degli alberi e Il sole che nessuno vede per Ediciclo, nonché gli
album di poesia Un quaderno di radici e Vergine dei nidi per Feltrinelli. Sue liriche sono tradotte e
pubblicate in 8 lingue. Ha all’attivo personali fotografiche e dal 2012 cura la rubrica “Il cercatore di alberi” su
“La Stampa”. Per Laterza è autore anche di L’Italia è un bosco. Storie di grandi alberi con radici e qualche
fronda e L’Italia è un giardino. Passeggiate tra natura selvaggia e geometrie neoclassiche.
www.homoradix.com

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